Mitsubishi Eclipse Cross, i giapponesi stupiscono sempre

Per capire le macchine quasi sempre bisogna partire dal nome. E’ una cosa che non fa nessuno ma che invece vale più di mille commenti o test drive. Prendete ad esempio la nuova, stranissima e personalissima Mitsubishi Eclipse Cross, una via di mezzo fra un coupé e una crossover. Il nome “Eclipse” è apparso per la prima volta su un popolare coupé prodotto negli Stati Uniti nel 1989. Ora è stato aggiunto Cross” (abbreviazione di “crossover”): ecco servita la Eclipse Cross, un modello tutto dedicato al piacere dell’esperienza di guida.

La descrizione della stessa Mitsubishi lascia di stucco: “La forma bella e dinamica di Eclipse Cross – spiegano – crea lo stesso senso di eccitazione e ispirazione dell’effetto dell’anello di diamante durante un’eclissi totale. Il colore esterno rosso ad alta saturazione della nuova Eclipse Cross rievoca la brillantezza dell’alone del sole che si accende dietro la luna”.

Iperboli? Dipende dai punti di vista perché una macchina del genere è effettivamente rara nel panorama dei suv compatti, molto diversa anche dalle altre Mitsubishi, la ASX e l’Outlander. E non parliamo del design che si traduce in una calandra, iper aggressiva, o in un coda spiovente, ma di un modello che nel suo complesso punta più all’emozione che alla ragione.

Non una cosa da poco per un suv compatto che non costa come una supercar visto che il listino va da 24.950 euro in su ma è già stato appena tagliato con una promozione speciale a 22.950.

Il punto però è un altro: riesce la Eclipse Cross a regalare un comportamento dinamico in linea con la grinta del design e con la forma di coupé? Assolutamente si, ma quando diciamo “in linea” ci riferiamo proprio alla coerenza del tipo di guida con la singolarità della forma e dello stile.

L’anima sportiva esce fuori se si sfrutta fino in fondo il motore turbo a iniezione diretta MIVEC benzina da 1.5 litri da 163 Cv, ma è l’abbinata fra la robusta coppia motrice, costante da 1800 a 4500 giri motore, di 250 Nm e il cambio a variazione continua Cvt – qui reso più sportivo e con la possibilità di bloccare 8 marce – a rendere unico, strano se volete, il comportamento dinamico che passa da prontissimo a pacioso nell’arco di un clic sulla leva del cambio. Con un assetto bello rigido ma che poi alla fine non pregiudica come su altri Suv il comfort di marcia. Insomma un bel lavoro di messa a punto, non c’è che dire.

Gran parte del merito va anche al sistema Mitsubishi Super All Wheel Control (S-AWC) e alla trazione integrale S-AWC con tre modalità di scelta: Auto, Snow e Gravel e integra e controlla sistemi dinamici come stabilità, trazione, Abs e Ayc grazie ai segnali ricevuti dai giri del motore, dall’angolo di sterzo e dalla spinta dei freni, gestendoli per stabilizzare l’auto in curva.

In ogni caso nonostante il design nato per stupire e la coda spiovente, l’abitacolo – grazie ad esempio al divano posteriore scorrevole (di 200 mm), ribaltabile, divisibile e reclinabile in 8 posizioni – rimane comunque pratico.

Connettività ai massimi livelli e dotazione di sicurezza a livello top completano l’offerta. Da segnalare infine una cosa divertente: nella gamma colori c’è il New Diamond Red. Costa caro, 1000 euro, ma è realizzato con cinque strati di vernice riflettente, contenente scaglie di alluminio che rendono più vivide le zone di massima luce e più profonde quelle in ombra.

Su tutte le versioni – quattro per il mercato italiano – infine c’è una dotazione di serie bella corposa. Ossia Cruise Control, Bluetooth, climatizzatore automatico, vetri privacy, cerchi in lega da 16″, Forward Collision Mitigation, HSA, abbagliante-anabbagliante automatico, luci diurne a led, specchi esterni elettrici e riscaldati, volante e leva cambio in pelle, autoradio Dab, doppio telecomando, telecamera posteriore e sensori luci e pioggia. Per 23 mila euro difficile trovare di più.